venerdì 24 luglio 2009

La partecipazione non è un soprammobile


Cari amici urbanizzati, vi chiedo una mano. Un aiuto per andare avanti con il progetto urban. Una Vs. riflessione sul tema che affronto in questo post. Per confrontarci sul tema della partecipazione.
Quando è nato il progetto "urban sestri" l'immagine che, più di tutte mi ha guidato , è stata quella di un ideale tavolo dove l'amministrazione e i gruppi di interesse locali rappresentativi delle forze culturali, sociali ed economiche, si potessero incontrare su focus specifici. Così si sarebbe potuto riconoscere l'apporto di esperienza del territorio che una buona amministrazione avrebbe dovuto saper integrare alla propria visione nel momento delle scelte. Le immagini, a volte, sono pagine iniziali di un libro da scrivere. Possono offrire uno spunto che va elaborato, danno lo slancio per proseguire nei momenti difficili. Ad oggi per questa storia si è usato più gomma che penna. L'altro giorno, incontrando uno dei nuovi assessori della giunta comunale, parlando di centro commerciale con stadio , mi sono sentito rispondere che "non è una questione di metodo ma di merito." "Che il territorio e la Municipalità sulle grandi questioni non vanno interpellati. E' il Comune che deve decidere". Non voglio entrare nel tema specifico "stadio". Non è l'argomento di questo post. E' solo un esempio. Ho sempre pensato che il merito lo si discute, si raccolgono informazioni e pareri, per poi arrivare a una sintesi e che il problema sia proprio il metodo con il quale si arriva a questa sintesi. E non sono nemmeno le parole di un singolo assessore, che se fossero solitarie, ma non lo sono, lascerebbero il tempo che trovano. Il succo del problema, a mio parere, è che noi non partecipiamo - per mancanza di tempo, per sfiducia, per un sacco di buoni motivi, se volete - e, dall'altra parte, chi dovrebbe sviluppare percorsi condivisi lavora nell'ombra. Non è solo un attore che non si muove. E' tutta la scena che viene recitata fuori dal palco. In altre stanze. E noi siamo spettatori paganti, inerti e consenzienti. Io credo che ci possa essere un modo diverso. Ma è un percorso plurale. Deve nascere da un sentire collettivo. Altrimenti, usciremo mai da questa impasse?

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